Le pagine di questo libro esprimono la natura del disagio esistenziale e culturale della mia generazione in cui il cuore non si sintonizza più col pensiero e il pensiero con il comportamento.

Si sono infrante le tavole su cui un tempo erano incise le leggi della morale e la storia non racconta più la vita dei nostri padri. Se prima il passato costituiva un’ancora sufficiente e indiscussa, oggi, è praticamente impossibile fondare la responsabilità verso le generazioni future in assenza di un orizzonte condiviso. Il futuro, quindi, non è più una mera continuazione del passato, ma diviene sempre più una conseguenza di azioni nel presente.

Il lettore è accompagnato in un viaggio strepitoso all’interno di una società e di un mondo che non si prende più cura di lui dando origine a un serio approfondimento interiore attraverso una illuminazione di carattere socio-antropologico che aiuta a ordinare i dati in suo possesso, a chiarire questioni umane ancora irrisolte e a suggerire soluzioni e punti di vista nuovi e stimolanti per riscoprire le sue potenzialità sopite insieme a quegli antichi valori completamente dimenticati.

Solo cominciando a scommettere sulle nostre vite affermando noi stessi nell’io più profondo e ritornando alla natura originaria dell’umano, potremo evitare l’insignificanza e la dissipazione. Occorre recuperare il rapporto con la spiritualità, la storia e la cultura occidentale basata sul pieno riconoscimento delle identità individuali e collettive.

Guardando con più gratitudine al nostro passato, alla nostra memoria dimenticata e sforzandoci ogni giorno di ricominciare a credere in un’alternativa che trascenda la nostra finitudine umana, dipenderemo sempre meno dall’incertezza del futuro perché avremo in pugno il presente. In caso contrario, saremo condannati perennemente a una deriva dell’esistere e a osservare inermi lo scorrere inesorabile della vita come un susseguirsi di frammenti sparsi, a volte, avvertiti come illogici e insensati, lasciando il posto all’illusione di un avvenire.